12 ago 2007

Frank Zappa


Chi vuole seguire le orme lasciate da Frank Zappa sulla via del rock deve prepararsi ad affrontare un percorso dai contorni al tempo stesso minimi e trionfali, terrestri e interstellari, creativi e polemici. Il personaggio, si sa, ha come punto di riferimento solo se stesso: non lo si può certo chiamare vanitoso o arrogante (chi ha avuto la fortuna di conoscerlo è pronto a giurare sulla sua totale affabilità), ma certo è che questo chitarrista-cantante-compositore perlomeno un pò strano può essere giudicato senza paura. Dai primi passi in libertà di Freak Out e Absolutely Free che raccontano la sua salutare follia di uno dei geni più dispettosi e atipici di tutto il rock, a tutto il resto della sua prolifica discografia Zappa non risparmierà frecciate alle autorità, al bigottismo e alla sessuofobia della società borghese, in particolare americana.
Zappa fu perennemente in bilico tra il rock, il jazz, il teatro dell'assurdo, la ricerca musicale più avanzata: sotto una scorza di apparente anarchia musicale vi sono evidenti influssi della musica classica tradizionale e contemporanea. Egli era un musicista autodidatta, affetto da una ossessiva creatività e da una simpatica smania di protagonismo, ma preparatissimo e serissimo. In realta` Zappa ha inventato un po' di tutto, dalla new wave (We're Only In It) all'operetta rock (Absolutely Free), dal progressive-rock (Uncle Meat) al concept (Freak Out) al punk-rock (Absolutely Free). Molte delle sue intuizioni (Lumpy Gravy, Weasels) non hanno ancora un nome, perche' non e` ancora nato il musicista rock che le sappia continuare. Grazie Zio Frank di averci donato tutto questo!
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Esimio Prof. Tubero,
mi permetta di dissentire sull'accostamento di Frank Zappa al rock, jazz o altro, perche' secondo me riduttivi.
Preferirei usare la definizione data da Keyboard Magazine, nell'articolo uscito poco dopo la morte del grande genio, dove viene definito "uno dei piu' grandi musicisti contemporanei", accostandolo piu' a gente del calibro di Karlheinz Stockhausen che non ad altri 'rockettari'

Andrea ha detto...

Bravo Paolo, bel post e bel blog, semplice ed informale come piace a me. Un caro saluto dal tuo amico Andrea.