9 nov 2008

Mambo Sinuendo


Ma parliamo di musica che è meglio, vah!
Chiuso stoppinato in casa in un caldo sabato pomeriggio estivo, mentre sistemavo le mie 'creaturine' sul ripiano dei cd, mi guarda con occhi tristi un regalo natalizio dimenticato e mai aperto, dono di un carissimo amico. Curioso come una scimmia apro questo pacchettino e mi appare 'sto cd: Ry Cooder & Manuel Galban - Mambo Sinuendo.
Lo vado subito ad infilare nel lettore e ne resto estasiato.Il disco è strumentale, costruito e suonato da due musicisti che si alternano e si fondono fino a scambiarsi ruoli e strumenti.
Ry Cooder, per chi non lo conoscesse, è un chitarrista, cantante e compositore statunitense, reso celebre per una serie di album in cui ha esplorato vari generi della musica americana (e non solo). Ha sempre strizzato l'occhio a Cuba in tutta la sua etnicità tanto da essere , inoltre, il principale iniziatore di quella celebre esperienza musicale che è stata, a partire dal 1996, il Buena Vista Social Club.
Manuel Galban è nato nel 1931 in un piccolo paese nell'ovest dell'isola di Cuba e sin da bambino ha suonato in vari gruppi locali fino ad avere il primo ingaggio a 14 anni come primo chitarrista nella nota orchestra cubana dell'epoca 'Orchestra Villa Blanca'. Nel 1963 creò quel leggendario gruppo 'Los Zafiros' dove ha espresso il meglio del suo virtuosismo chitarristico in maniera elegante e competente. Ha fondato gruppi di musica tradizionale cubana ed ha continuato la sua attività sino ad oggi con la stessa immutata eleganza. E' apparso inoltre nel film di Wim Wenders 'Buena Vista Social Club' con Ry Cooder.

Due solarità diverse trovano un terreno comune su cui muoversi, producendo un sound meticcio: esemplare è l’immagine di copertina che inquadra la coda di una vecchia auto americana all’epoca diffusa sull’isola cubana. Si viene così a innescare di nuovo l’attrazione tra l’Africa, Cuba e gli Stati Uniti, un triangolo che anche stavolta porta alla luce una creatura ibrida: “Mambo sinuendo” suona infatti tradizionale nei suoi riferimenti e nella sua collocazione, ma altrettanto moderno e sperimentale nel suo svolgimento.
La combinazione tra chitarre, percussioni, congas e cori si costituisce sempre come delle ballate a cui di volta in volta si aggiungono arrangiamenti di tromba, di piano e d’organo. In “Bodas de oro” e “Echale salsita” è percepibile il tipico fraseggio della chitarra di Cooder, sempre sciolto in una passionalità latina, al punto che un brano come “La luna en tu Mirada” potrebbe appartenere al repertorio più sensuale di Omara Portuondo, magari in un duetto con Ibrahim Ferrer. Nel disco c’è spazio anche per accenni di salsa, di bolero e per qualche sfumatura roots, a testimonianza della fluidità del lavoro, che a tratti suona come un Django Reinhardt in versione afro-caraibica. L'album ha vinto un Grammy nel 2004.
A Ry Cooder dovrebbero concedere il visto a vita, se non la cittadinanza onoraria, per il lavoro di recupero, valorizzazione e diffusione svolto sulla cultura cubana.

Nessun commento: