Raramente mi vedo coinvolto in casi di politica o di costume e preferisco restare indifferente al bombardamento mediatico che ogni giorno mi viene costretto. Stragi, colpi di stato, eventi mafiosi o quant'altro mi infastidiscono come il gesso sulla lavagna, un breve rumore irritante che ti disturba ma poi finisce subito. Non fraintendiamo, la mia non è codardia ma la stanchezza di vedere tutto diventare un mondo di merda. Cerco solo di difendermi dall'assalto di brutte notizie, sapendo di essere impotente davanti a quello che accade. Ma c'è una cosa che mi fa ancora incazzare di brutto! E' l'industria del fuoco. In Italia si valuta che gli incendi siano in media 15.000 l’anno, con 64.000 ettari di superficie boscata percorsa, cui si aggiungono 84.000 ettari di superficie non boscata: circa quarantadue incendi al giorno, quasi due per ora dove predominano le cause volontarie, che rappresentano oggi circa due terzi del numero totale degli eventi registrati... Sprovvedute e pilotate persone appiccano incendi come se niente fosse distruggendo l'unica vera ricchezza che abbiamo. E non parlo di quattrini. E' una vera e propria escalation che coinvolge tutto il mondo e mi chiedo: ma siamo veramente così deficienti da rovinarci con le proprie mani?
Parlare dei Led Zeppelin per me è come toccare un ala di cuore. Sono stati e saranno il più importante gruppo rock britannico di sempre. E' una leggenda che resiste da quasi quarant'anni impermeabile alle mode e ai mutamenti generazionali. Si sono formati nel 1968 e si sono sciolti nel 1980, anno della tragica morte del batterista, con la solita formazione: Jimmy Page (chitarra), Robert Plant (voce e armonica), John Paul Jones (basso, mandolino e tastiere) e John Bonham (batteria). La loro esaltante discografia (duecento milioni di dischi venduti!) comprende dieci album ufficiali ed una infinita serie di raccolte live ed inediti senza contare i bootleg (incisioni non ufficiali e non autorizzate, contenenti registrazioni di concerti, prove in studio di registrazione o registrazioni radio-televisive). I Led Zeppelin probabilmente passeranno alla storia per un singolare primato, difficilmente eguagliabile: contribuire in modo massiccio all'evoluzione della musica rock attingendo a piene mani dal repertorio blues e rock-blues degli anni 50 e 60 prima, e dal folk e dalla musica orientale poi. Eppure, il loro è un sound completamente fresco e rivoluzionario, che lascerà segni indelebili nel futuro del rock'n'roll. Ed è proprio questa la grandezza degli Zeppelin, che sono stati capaci di giungere laddove altri gruppi britannici prima di loro avevano solo tentato di arrivare.Tutto nacque dalla fervida mente di Jimmy Page che dopo una gavetta come session man con gruppi e artisti di ampia notorietà ( The Who, Joe Cocker e Nico) si trova a suonare con gli Yardbirds, altra storica formazione inglese dell'epoca. Vennero così "reclutati" in ordine cronologico John Paul Jones, Robert Plant e John “Bonzo” Bonam. Vero e proprio quinto membro del gruppo sarà il fedelissimo manager Peter Grant. Dopo una tourneè in Scandinavia dove i futuri Zeppelin andarono ad affiatarsi si resero conto delle loro enormi potenzialità. ...Iniziammo a ridere, per la gioia o per la consapevolezza di quel che potevamo fare noi quattro insieme... racconterà anni dopo Jimmy Page. Decisero così di cambiare nome in Led Zeppelin (storpiatura di Lead Zeppelin, “il dirigibile di piombo”). Subito dopo la tournèe, il 13 gennaio 1969, pubblicarono il loro primo disco del gruppo, intitolato semplicemente "Led Zeppelin". I brani, caratterizzati da una combinazione di influenze blues, folk e rock unite ad uno stile heavy, ne fecero una delle incisioni più importanti nello sviluppo in chiave dura del rock, imponendo il gruppo sul mercato internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, dove le vendite di dischi sarebbero state seconde solo a quelle dei Beatles. Nello stesso anno uscì il secondo disco, "Led Zeppelin II", nel quale il gruppo sviluppa come una sorta di manuale la musicalità hard rock. Il brano d'apertura, Whole Lotta Love, si apre con un riff di chitarra aggressivo, seguito dal supporto del basso e, in una sequenza crescente, dall'intervento della voce e della batteria; il pezzo può essere definito emblema dello stile musicale del gruppo. Questo album venne anche chiamato dai fan il bombardiere marrone a causa del colore e dell'immagine dello zeppelin in primo piano. Sicuramente il più hard di tutti gli album rimase in cima alle classifiche americane per anni. Per la registrazione del loro terzo disco, "Led Zeppelin III", il gruppo si ritirò a "Bron-Yr-Aur", una dimora isolata nel Galles, nella quale non era neanche disponibile l'elettricità. Il quarto disco fu sempre quello preferito di Jimmy Page e uno dei più importanti e mitico per la storia degli Zeppelin. In questo album si fusero tutte quelle influenze folk-celtiche che avevano caratterizzato "Led Zeppelin III" e gli elementi hard rock del bombardiere marrone. Ufficialmente senza titolo solitamente l'album viene oggi indicato come Led Zeppelin IV, "Runes Album" o "Zoso". L'incisione include brani hard rock come Black Dog, dal sapore mistico-folk di The Battle of Evermore o pezzi contenenti una combinazione di vari generi, come Stairway to Heaven, probabilmente la loro canzone più famosa. Nel 1973 uscì il quinto disco, Houses of the Holy, caratterizzato da brani di lunga durata, dall'uso inedito del sintetizzatore, e dall'importante contributo di Jones nell'arrangiamento degli archi. Canzoni quali The Song Remains the Same, No Quarter e The Rain Song si imposero come classici del rock. Nel 1975 uscì per l'etichetta Swan Song "Physical Graffiti", il loro primo album doppio. Il disco comprendeva brani registrati per gli ultimi tre album, ma non inclusi negli stessi, e brani nuovi. Il gruppo dimostrò ancora una volta di poter spaziare su svariati generi musicali, come nella melodica Ten Years Gone, nell'acustica Black Country Woman, e nell'orientaleggiante Kashmir. Subito dopo l'uscita di "Physical Graffiti", tutti i dischi dei Led Zeppelin entrarono contemporaneamente nella classifica dei 200 album più venduti, fatto mai verificatosi prima nel mondo del rock. Impossibilitati a riprendere le esibizioni dal vivo (in tutta la carriera hanno fatto una miriade di concerti live), il gruppo ritornò in studio per registrare il settimo disco: Presence. Sebbene l'album fosse stato premiato con il disco di platino, molti lo considerarono un prodotto non all'altezza dei precedenti. Alla fine del 1976 uscì nelle sale cinematografiche il film "The Song Remains the Same" e venne pubblicata la relativa colonna sonora, frutto del montaggio di varie registrazioni effettuate ai concerti del 1973 al Madison Square Garden. Durante l'estate del 1978, il gruppo rientrò in sala d'incisione per la registrazione di "In Through the Out Door". Il loro nono disco comprendeva brani in stile rock come In The Evening, la tropicaleggiante Fool in the Rain, la ballata All My Love e Carouselambra, che tentava di avvicinarsi verso il genere progressive. Ma il 25 settembre 1980, poco prima di partire per gli Stati Uniti, John Bonham si presentò alle prove completamente ubriaco; continuò a bere per tutta la sera in una festa a casa di Jimmy e fu messo a dormire in una stanza. La mattina dopo fu trovato morto soffocato nel proprio vomito. La stampa parlò di 40 dosi di vodka ingerite. Dopo la morte di Bonham, gli altri tre componenti, con un comunicato stampa diffuso il 4 dicembre 1980, resero nota la decisione di voler interrompere l'attività artistica con il nome di Led Zeppelin. Anche oggi, a quasi 30 anni dal loro scioglimento, il dirigibile di piombo dei Led Zeppelin continua a restare in quota.
Non è mai esistito nella storia del rock americano un gruppo come gli Steely Dan. Anzi, più che un gruppo una sensazione, un progetto, un respiro di musica. E anche un mistero. Gli Steely Dan hanno infatti avuto un grandissimo successo dagli anni '70 ai giorni nostri proprio perchè si sono negati. Mentre tutti i gruppi rock del periodo giocavano a eccedere con spettacoli faraonici, loro si offrivano raramente in concerto. Preferivano stare chiusi per mesi e mesi in sala d'incisione catturati da una smania di perfezionismo, coniando uno stile elegante e rilassato, da salotto, che fonde pop, jazz, soul e blues, il tutto adornato da liriche erudite, dissonanze chitarristiche e cambi di tempo (merito anche del produttore Gary Katz, a cui si deve il caratteristico sound "pulito" dei loro dischi). Rileggendo oggi la storia di Walter Becker e Donald Fagen la vedo così: due ottimi musicisti, due timidi personaggi dall'enorme passione musicale ma anche dalla debolissima consistenza psicologica. E' risaputo che Fagen aveva paura di cantare in pubblico ed era già capitato che fosse rimasto senza voce davanti ad una platea mentre Becker era notoriamente dipendente dalla droga. Timidi e sfuggenti hanno così accumulato successi quasi in sordina, senza necessariamente esaltare le folle. Una curiosità: Il nome del gruppo proviene dal romanzo Il Pasto Nudo di William Seward Burroughs dove "Steely Dan" era un vibratore alimentato a vapore.
Un laboratorio. A partire dal 1970 i King Crimson sono stati un grande laboratorio di di musica e di poesia, di rock sperimentale e progressivo ("Art Rock" è la definizione adottata nel mondo anglosassone), di intuizioni grafiche nelle indimenticabili copertine. Il fondatore della band, Robert Fripp, considerato ormai l'anima del gruppo, è il vero e proprio "Re Cremisi". La band nasce con nome "Giles, Giles & Fripp" come terzetto: Robert Fripp, chitarra e mellotron, i fratelli Mike e Peter Giles, rispettivamente batteria e basso elettrico. Il successo non è esaltante. Il gruppo cambia nome in King Crimson, e anche formazione: si allontana Peter Giles, arriva Ian McDonald che suona fiati (non solo sassofono e flauto traverso, ma anche il clarinetto) e tastiere, al quale presto si aggiungono Greg Lake (in sostituzione di Peter Giles), basso elettrico, chitarra acustica e voce e Peter Sinfield, che pur non essendo un musicista contribuiva alla creazione musicale coi suoi testi sibillini e soprattutto manovrando le luci negli spettacoli dal vivo. "In The Court of the Crimson King" è la prima fatica dei King Crimson, un'opera che rimarrà inevitabilmente un microcosmo a sé stante, nonostante gli impeccabili lavori realizzati in seguito dalla band di Robert Fripp. Atmosfere surreali e incantate, lunghe suite romantiche e complesse architetture sonore segnano un album che, a distanza di tanti anni, riesce ancora ad apparire moderno. Sembra quasi di sentirlo, l'urlo dell'uomo schizoide, guardando l'immagine trasfigurata della copertina di questo capolavoro assoluto del progressive rock britannico. Barry Godber (l'artista che ha creato questa copertina) riesce, attraverso la sua grottesca raffigurazione, a creare il vortice inesorabile che, partendo dalla cavità orale del "profetico mostro", giunge all'orecchio dell'ascoltatore.
Chi vuole seguire le orme lasciate da Frank Zappa sulla via del rock deve prepararsi ad affrontare un percorso dai contorni al tempo stesso minimi e trionfali, terrestri e interstellari, creativi e polemici. Il personaggio, si sa, ha come punto di riferimento solo se stesso: non lo si può certo chiamare vanitoso o arrogante (chi ha avuto la fortuna di conoscerlo è pronto a giurare sulla sua totale affabilità), ma certo è che questo chitarrista-cantante-compositore perlomeno un pò strano può essere giudicato senza paura. Dai primi passi in libertà di Freak Out e Absolutely Free che raccontano la sua salutare follia di uno dei geni più dispettosi e atipici di tutto il rock, a tutto il resto della sua prolifica discografia Zappa non risparmierà frecciate alle autorità, al bigottismo e alla sessuofobia della società borghese, in particolare americana. Zappa fu perennemente in bilico tra il rock, il jazz, il teatro dell'assurdo, la ricerca musicale più avanzata: sotto una scorza di apparente anarchia musicale vi sono evidenti influssi della musica classica tradizionale e contemporanea. Egli era un musicista autodidatta, affetto da una ossessiva creatività e da una simpatica smania di protagonismo, ma preparatissimo e serissimo. In realta` Zappa ha inventato un po' di tutto, dalla new wave (We're Only In It) all'operetta rock (Absolutely Free), dal progressive-rock (Uncle Meat) al concept (Freak Out) al punk-rock (Absolutely Free). Molte delle sue intuizioni (Lumpy Gravy, Weasels) non hanno ancora un nome, perche' non e` ancora nato il musicista rock che le sappia continuare. Grazie Zio Frank di averci donato tutto questo!
Cielo, oggi ho incontrato il bassista del famosissimo gruppo rock "Via Delle Fornaci 13". Era famoso tra noi amici beninteso... Santiddio, son passati 38 anni da quando si strimpellava nel fondo di suo padre! Ora è un posato rappresentante di commercio ma, dopo l'imbarazzo iniziale e i convenevoli di rito, abbiamo ancora una volta sentito l'atavico richiamo del rock. Si è parlato ininterrottamente per due ore di musica e se non ci telefonavano le mogli per riportarci alla realtà s'era ancora lì.... Era ormai fatto di costume per gli amanti della musica avere il proprio gruppetto. Chi, più o meno bravo, strimpellava il proprio strumento e scopriva nuove sonorità che i grandi gruppi guida ci proponevano. Chi veniva ispirato dai vari Deep PurpleJimi Hendrix o dai Colosseum, chi dalla PFM, Il Balletto Di Bronzo o Le Orme tutti avevamo dentro questa nuova energia che cresceva... Beh,c'era chi ci sapeva fare di più e chi no, ma in tutta questa alchemia musicale cresceva un nuovo modo italiano di fare Rock dove i gruppi, esprimendo le proprie estrazioni culturari e seguendo la moda di creare concept album, davano alla luce opere indimenticabili. I più tosti, me compreso, si esercitavano sui riff di Di Paco e Scalzi, scaldando i polpastrelli sulle chitarre acustiche regalate per Natale: ci incontravamo da veri intossicati di musica nelle cantine, nel "clebbino" o nei garages del cortile dove i vaffanculo dei vicini si sprecavano, a riproporre i nostri gruppi preferiti. I vari Smoke On The Water o Impressioni Di Settembre venivano suonati all'ossesso con ardore satanico, con sbagli di tempo e stecche perdonati da tutti perchè dentro ardeva il fuoco del progressive. C'era voglia di musica "live" e tutte le esibizioni dei gruppi era occasione di aggregamento in raduni stile woodstockiano. Molti di noi abbandonavano i propri interessi personali per dedicarsi a qualcosa che, a posteriori, viene visto come un sogno collettivo di riforma della società. In quegli anni non sono mai stato troppo esterofilo e ho sempre più dato attenzione ai gruppi prog italiani rispetto ai titani anglo-americani. Si, li sentivo più cosa mia, forse alla mia portata rispetto ai bravoni d'oltremanica. Da li mi nacque la voglia di ascoltare nuove tendenze... oh, son della razza mia, son nato nel '54... fai un pò il conto te!
Credete di saper fare il miglior Cosmopolitan al mondo? Allora mettetevi alla prova con questo divertente gioco da bar. Tra lo humor e il puzzle, cimentatevi nell'arte dei cocktail..